mercoledì 8 marzo 2017

Capo Seattle e Princess Angeline

Capo Seattle noto anche come Sealth, Seathl o See-ahth (Blake Island, 1780circa – Port Madison, 7 giugno 1866) è stato un condottiero nativo americano, capo delle tribù  Duwamish e Suquamish. Da lui prende nome la città di Seattle, nello stato di Washington, USA.



Quando i coloni arrivarono nel suo territorio, Capo Seattle  fece amicizia con uno di loro, Doc Maynard e la moglie di Maynard, quando vide la prima figlia del Capo, Kikisoblu, le disse che era troppo bella per un nome così difficile e la chiamò Angeline.




Di Angeline abbiamo soltanto foto scattate dopo il 1895 ( era nata nel 1820) dal fotografo Edward Curtis. 

Nel 1855 il governo americano costrinse gli indiani ad abbandonare le loro terre e trasferirsi nelle riserve. Angeline si rifiutò di obbedire e rimase a vivere in una capanna sulla spiaggia.




Capo Seattle scrisse una lunga lettera al presidente, concludendola con queste parole:

« Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra è la madre di tutti noi. Tutto ciò che di buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, bensì è l'uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate fra loro. Tutto ciò che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli. Non è l'uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso. C'è una cosa che noi sappiamo e che forse l'uomo bianco scoprirà presto: il nostro Dio è lo stesso vostro Dio. Voi forse pensate che adesso lo possedete come volete possedere le nostre terre ma non lo potete. Egli è il Dio dell'uomo e la sua pietà è uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco quanto per l'uomo rosso. Questa terra per lui è preziosa. Dov'è finito il bosco? È scomparso. Dov'è finita l'aquila? È scomparsa. È la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza »




La " Principessa" Angeline mantenne sempre un atteggiamento dignitoso e forte e rimase fedele alle proprie origini. Per vivere fece la lavandaia per le mogli dei coloni e la sera intrecciava cesti indiani da vendere. Divenne un personaggio conosciuto ed amato da tutti, nella zona. Il fazzoletto rosso che portava in testa la rendeva inconfondibile e riconoscibile da tutti. Come suo padre si convertì al cristianesimo e divenne cattolica. Alla sua morte, nel 1896, le venne fatto un funerale solenne; la sua bara era a forma di canoa.



Dopo qualche anno dalla sua morte, la capanna di Angeline venne abbattuta e lì vicino sorse il mercato dei fiori.
Ancora oggi capita spesso che i turisti vedano  una coperta per terra, con dei cesti indiani in mostra. C'è una vecchia pellerossa che sembra la venditrice, ma quando fanno per avvicinarsi a comprarne uno, lei scompare. E' Angeline, che anche dopo più di cento anni dalla sua scomparsa, rimane nel luogo che tanto ha amato durante la vita e nemmeno lo sciamano chiamato per convincerla ad andarsene è riuscito nell'impresa.

Nessun commento:

Posta un commento