lunedì 13 giugno 2016

School Days

 
Il tema della scuola ha affascinato molti pittori e illustratori: non parlo di quelli che hanno lavorato all'illustrazione dei cosiddetti "sussidiari e libri di lettura" che ci hanno accompagnato sui banchi  della scuola elementare degli anni '50; di questi abbiamo già parlato a lungo in questo blog, perchè sono quelli che abbiamo amato di più e continuano a restarci nel cuore. Mi riferisco invece a quegli artisti che hanno osservato la scuola dall'esterno, per lo più pittori, e attraverso la rappresentazione dei suoi piccoli protagonisti, hanno colto gli albori di quella istituzione che un tempo era riservata a pochi e per quei pochi, come per tutti i pionieri, poteva rappresentare un'avventura.




























Sono quasi sempre rappresentazioni di una scuola d'altri tempi, di scolari recalcitranti, a volte vestiti poveramente e comunque con pochi strumenti a disposizione; immagini indirette di una società in cui chi apparteneva a famiglie benestanti poteva permettersi un istitutore privato per la propria formazione culturale. Per tutti gli altri la scuola poteva essere un optional, a volte poco apprezzato dai ragazzi,oppure una conquista fatta di enormi sacrifici.

Con la diffusione della scolarizzazione e di un maggior benessere sociale, anche gli illustratori hanno preso atto del profondo cambiamento del ruolo di questa istituzione nella società e nel costume. In particolare dall'altra parte dell'oceano, se nelle immagini disegnate da  Clara M. Burd e dai suoi contemporanei nei primi anni del '900 , ritroviamo qualcosa del vecchio mondo,   con l'arrivo degli anni '50 l'atmosfera disegnata dagli illustratori sul tema della scuola esprime grande serenità e benessere.
















   









































Bambini puliti, ordinati, composti ed educati (forse non proprio tutti...) insegnanti sorridenti e disponibili, aule luminose, famiglie benestanti e premurose, tutte cose che ai nostri occhi apparivano come un sogno.
Ricordo che nella seconda metà degli anni '50, in piena adolescenza, leggevo i libri della collana "La Melagrana" che raccontavano piccole storie di ragazze e ragazzi americani, miei coetanei, che come me iniziavano a frequentare la scuola superiore, solo che loro sembravano divertirsi un sacco: c'era il ballo della scuola in abito da sera, le partite di tennis, i patentati sedicenni che guidavano le auto di papà, i falò sulla spiaggia (se non c'era il mare, c'era comunque un lago...). Anche in quel caso le illustrazioni che apparivano sulla sovracopertina del libro testimoniavano questo stile di vita che ai miei occhi di adolescente sembrava proprio un sogno, così diverso dalla nostra realtà.

Oggi le suggestioni arrivano attraverso una pluralità di strumenti che non sempre riesco a comprendere, perciò mi tengo care le illustrazioni di un tempo, semplici e a volte un po' bugiarde, ma che hanno saputo tenermi compagnia.

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