mercoledì 12 agosto 2015

Un matrimonio inglese






Probabilmente è inutile pubblicare la recensione di un film vecchio, ma....al cinema non vado, non conosco le ultime novità e, comunque, se apprezzo qualcosa, mi piace condividerla perchè può darsi che a qualcuno capiti di fare il mio stesso incontro e quindi sa che cosa ne penso io, se interessa.
Dunque: il film non è certo nuovo, dato che l'ho visto per caso in tv, ma sono contenta di non essermelo perso. Anzi, se devo essere sincera, ho la sensazione di averlo già visto in passato, ma senza dargli il peso che gli dò oggi.
Non sono molto brava a recensire, ma so trovare tra i vari commenti che ci sono in rete quelli che più si avvicinano al mio modo di sentire. E quindi ecco qui da: http://www.mymovies.it/film/2008/unmatrimonioallinglese/
 di che cosa si tratta:
Il regista Stephan Elliott,  torna sullo schermo dopo dieci anni di latitanza con Easy Virtue, eccellente operazione d'adattamento della pièce omonima del commediografo Noel Coward, che in passato aveva già conquistato  Alfred Hitchcock ( Fragile virtù).









Il giovane John Witthaker s'innamora perdutamente di un'elegante e indipendente americana di nome Larita e la sposa. Viene quindi il momento di presentarla alla famiglia, che vive imbalsamata e preda dei debiti in una splendida villa della campagna inglese. Nonostante Larita faccia buon viso a cattivo gioco, è presto chiaro che la suocera non può vederla e che anche le sorelle di John sono più che mai diffidenti nei suoi confronti. Lo stesso non si può dire, invece, del capofamiglia, un uomo che la guerra ha reso allergico all'ipocrisia ma non insensibile all'intelligenza e all'ironia involontaria.








Frizzante e pungente….i termini a mio parere più appropriati per descrivere questa gustosa pellicola. Easy virtue (perchè questi benedetti traduttori sentono l’esigenza di dovere tradurre sempre con un titolo comprensibile nella nostra lingua anche a costo di non essere attinenti quando l’originale ha un fascino intraducibile !) è una commedia deliziosa che mette in scena con perfetta teatralità – non per niente è proprio dal teatro che viene lo script – i vizi quasi caricaturali della antica e polverosa società britannica , arrivata a un punto di dissolvenza per lasciare spazio al brio di una nuova era . La tipica freddezza british e i suoi stereotipi prendono vita nella calma insopportabile della matriarca Kristin Scott Thomas , nella cattiveria pettegola della due sorelle , in un maggiordomo complice e spettatore di drammi inesistenti , in eventi mondani e di beneficenza assolutamente snervanti e nello stesso John , erede e fresco sposo , perennemente annoiato e troppo occupato a giocare a tennis ; nemmeno lui , nato e cresciuto nella grande magione dei Witthaker , si rende davvero conto della freschezza e della bellezza della novella sposa . Spettatore e deus ex machina di questo teatrino di ipocrisia è il patriarca Colin Firth , di ritorno da una guerra che gli ha fatto aprire gli occhi con violenza su come tutto , di fronte al peso del dolore , si sgretoli e riveli il suo vero volto : i suoi interventi sono pungenti e ironici in perfetto stile british , ma nascondono sempre una verità che nessuno dei personaggi vuole vedere . Fulgido elemento di progresso e rinnovamento è la bella Larita , incarnata alla perfezione da Jessica Biel : personalmente ho sempre trovato i suoi lineamenti troppo moderni e inadatti a sostenere parti in costume , ma stavolta è proprio la sua modernità fisica a renderla perfetta per la parte :







 lei è il seme del cambiamento , simbolo di una continente nuovo e ansioso di rinnovarsi ; una donna esuberante che respinge le convenzioni e le “schiaccia” letteralmente alternando momenti incredibilmente comici per lo spettatore (fantastica la scena della morte del chiwawa e della caccia alla volpe con la moto) , a linee drammatiche e malinconiche che prendono vita nell’esperienza di un amore passato , provato dal dolore e dalla sofferenza , che più che mai l’ha temprata contro falsità e sorrisi di facciata.  Lei è vincitrice indiscussa di una guerra che non valeva la pena di combattere , in un mondo che sta svanendo e che corre disperatamente verso il futuro , nel bellissimo finale apparentemente imprevedibile ma che tutti desideravamo arrivasse a compimento dopo quel fantastico tango…




Di mio posso dire che la location in cui è girato il film è fantastica: la campagna inglese è ripresa in maniera splendida e il castello dimora della famiglia Witthacker è bellissimo.
Gli attori sono tutti molto, molto bravi, soprattutto Colin Firth ( che avevo scoperto ne Il discorso del re) e Kristin Scott Thomas



 a dimostrazione del fatto che non è necessario essere "belli" per essere attori di alto spessore.
Mi chiedo come mai certi filmetti privi di valore vengano esaltati e pubblicizzati come capolavori, mentre film fatti veramente bene come questo, vengano passati quasi sotto silenzio e poi messi nel dimenticatoio. Misteri della critica......

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