venerdì 27 marzo 2015

Si parla di carciofi



Dalle origini molto probabilmente siciliane, risalenti al I secolo a.C., alcuni testi dicono che il carciofo inizia ad essere consumato in Italia a partire dal 1400 per opera di Filippo Strozzi che lo introdusse nel napoletano. Negli anni la coltivazione del carciofo si diffuse prima in Toscana( Caterina de’ Medici amava particolarmente i cuori di carciofi), e successivamente in molte altre regioni e paesi. I carciofi erano particolarmente apprezzati anche da Luigi XIV. Tipica delle aree del mediterraneo la cynaria, la pianta selvatica del carciofo, era ben nota ai greci e ai romani che le attribuivano poteri afrodisiaci.

 Il mito racconta che il nome della pianta trae origine da Giove che adirato per il rifiuto della ninfa Cynara a concedersi la trasformò in un fiore spinoso molto simile al carciofo. C'è però un'altra versione del mito secondo cui fu Giunone, gelosa, a trasformare Cynara in un fiore spinoso.
Il carciofo è un ortaggio che, per la maggior parte delle varianti, si presenta al tatto duro e con foglie appuntite, da qui il suo nome attuale che deriva dall’ arabo “al-kharshuf“, ovvero «pianta che punge».

 I carciofi sono importanti alleati del fegato, lo depurano dal grasso, inoltre la presenza di cinarina, la sostanza che dà loro il classico sapore amaro, stimola la secrezione biliare e regolarizza le funzioni intestinali. Hanno anche un discreto effetto diuretico che facilita lo smaltimento delle tossine e sono ricchi di minerali: sodio, potassio, calcio, fosforo, ferro, zinco, vitamine A, B e C.





Ma la proprietà più riconosciuta al carciofo è senz’altro quella digestiva, infatti è spesso impiegato per tisane depurative e che aiutano a digerire o anche liquori, basti pensare al ben noto amaro Cynar, prodotto con foglie di carciofo.



Il liquore Cynar è stato inventato da Angelo Dalle Molle, personaggio poco conosciuto,  ma dalla storia intrigante. Nato a Mestre nel 1908 in una famiglia di produttori locali di liquori, nel 1952 creò quello che diventerà uno dei marchi più noti e diffusi, grazie anche a Carosello e allo slogan «contro il logorìo della vita moderna» con Ernesto Calindri che sorseggiava un Cynar seduto in mezzo al traffico milanese di piazza San Babila. Da lì la strada è stata per lui tutta in discesa.




 Oltre al Cynar conquistò le acque minerali Crodo per vendere poi tutto nel 1976 alla multinazionale olandese Bols, che però scalò con quegli stessi proventi fino a diventarne il primo azionista. Negli anni 80 il ritiro dalla scena, per concentrarsi sulla ricerca e sul mecenatismo scientifico e artistico (era fra l'altro amico di Salvador Dalì). Nel 1975 aveva fondato il Centro studi della Barbariga, inizialmente per l'assistenza agli anziani poi diventato un centro di ricerca specializzato sulla sordità, e in Svizzera una fondazione sull'intelligenza artificiale. Non c'era solo questo: fra le varie attività, nel parco della villa aveva installato una piccola fabbrica dove realizzò l'auto elettrica, i cui prototipi sono ancora visibili.


Accanto a questi interessi, l'altra grande passione: le donne. Dalla prima moglie, Pierina Altieri, non ebbe figli ma adottò Silvano, nato nel 1935 dal primo matrimonio di lei. Nel 1961, a distanza di nove giorni, nascono Alberto e Fabio (nessuno dei quali dalla moglie), poi nel '62 Aldo Marco (da una terza relazione), quindi nel 1964 Angele Danielle (sorella di Alberto) e nel 1966 Francesca (sorella di Aldo Marco). Tutti riconosciuti, ma con vite totalmente separate, sparse fra Italia, Francia e Brasile, fino a circa 20 anni fa.
A 90 anni Angelo sposa la segretaria particolare Eleonora Botner, di 40 anni più giovane e le lascia in eredità tutto il patrimonio.
Oggi è in corso una causa legale tra i figli e la moglie per questa eredità...chissà quanto Cynar dovranno scolarsi tutti questi personaggi per contrastare il logorio provocato dalla causa!!!

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