giovedì 26 marzo 2015

Giovanni Boldini

Giovanni Boldini (1842-1931) nacque a Ferrara, dove studiò privatamente e muovendo i primi passi si dimostrò fin dagli esordi abilissimo nella ritrattistica.

Formatosi a Firenze nella cerchia dei macchiaioli, si recò poi a Londra e a Parigi, dove si stabilì nel 1871, divenendo, con i suoi ritratti, il pittore alla moda della borghesia parigina. Fu portatore di varie innovazioni, fra queste ci fu l’effetto “ fuoco d’artificio ” ottenuto con pennellate di bianco o di nero lucente date come un turbinio del vento, portando certi soggetti al limitare dell’astrazione. Inseguì costantemente l’idea del movimento.
Le sue donne sono idealizzate: le rendeva come avrebbero voluto essere, più che come erano, ma mantenendo intatta la loro individualità.

Boldini fu uno di quei pochi artisti che non conobbero mai la fame e la bohème. Per lui, la gloria arrivò subito, per la capacità della sua pittura di essere in sintonia con l´ideale di bellezza del suo tempo. Piccoletto, alto solo 1,54, stempiato come si vede negli autoritratti, dunque non esattamente un adone, nella vita come nell´arte fu però sempre circondato da donne meravigliose, volitive, rappresentate in pelliccia, in abiti da sera e con grandi cappelli. Le "divine" - termine, pare, da lui inventato - facevano la fila per farsi ritrarre dal ferrarese emigrato a Parigi. Tante bellezze gli ronzavano intorno, così che il grande Degas, già inebriato di suo dalle sinuose cadenze delle ballerine, vedendolo preda del demone femminile, un giorno esclamò con malignità: "ecco il rospo attratto dalle fragole!".
E loro, le fraises, le fragoline, hanno avuto tutto il piacere e la fortuna di essere immortalate nelle sue tele, come la "Giovane bruna a letto" dello splendido dipinto del 1882 in cui è raffigurata la sua giovane amante Mme de Rasty. Tra le sue opere spiccano quelle che ritraggono una celebre femme fatale dell´epoca, la marchesa Luisa Casati, un´icona della Belle Époque, definita da Jean Cocteau "il bel serpente del paradiso terrestre" e da Gabriele D´Annunzio, di cui divenne amante, "la sola donna che mi abbia mai sbalordito". Originale ed eccentrica nell’abbigliamento, Luisa Casati amava vestirsi di nero, come appare nel bellissimo ritratto che le fece Boldini, perché esaltava il pallore del suo incarnato. La marchesa si adornava di piume di struzzo, portava lunghi fili di perle e pitoni veri, andava in giro con leopardi che indossavano collari di diamanti: voleva diventare un´opera d´arte vivente. In questo folle clima fin-de-siècle si svolse l´esistenza di Boldini, capace di muoversi con eleganza mondana tra le modelle e le cocottes dei salotti parini. (http://www.eticasaquaranta.it/?menu=articoli&articolo=93)










































































Fece il ritratto a pochissimi uomini; il più famoso questo, a Giuseppe Verdi.
Leggo anche molte critiche al pittore. Io non me ne intendo, ma quel mazzo di rose mi pare stupendo, quegli abiti da sera mi pare di poterli accarezzare...

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