venerdì 9 maggio 2014

I maccheroni

Oggi ho trovato sul sito www.maccheroni.it una divertente versione della storia dei maccheroni che vado a riproporvi.







" Si ignora quale origine abbiano i maccheroni. Divina, probabilmente: un buon piatto di pasta è una delle prove dell'esistenza di Dio e del fatto che ci vuole bene. Ma se vogliamo stare con i piedi per terra (da cui indubbiamente la pasta,fatta d'acqua e di grano, proviene) si deve riconoscere che sull'origine dei maccheroni non ci sono certezze.

I maggiori indiziati sono, come al solito, i cinesi. Sarà perchè hanno incominciato prima,essendo la loro civiltà molto più antica di quelle occidentali, ma hanno inventato tutto loro, e la bussola, e i fuochi artificiali , e la pasta. Chi sostiene che i maccheroni siano stati portati in Italia da Marco Polo,di ritorno a Venezia dal lontano Catai, nel 1292, dice il vero. Solo che non erano i primi ( anche se poi lo sarebbero stati,nell'accezione di primi piatti): con un anticipo di ben 48 anni sul viaggiatore veneziano, il medico bergamasco Ruggero di Bruca prometteva ad un paziente, un lanaiolo genovese, che sarebbe guarito, a patto che smettesse di mangiare carne, frutta e pasta ("... et non debes comodare aliquo frutamine neque de pasta lissa, nec de caulis...").

Secondo altri documenti, la pasta portata da Marco Polo dall'Oriente non sarebbe arrivata nemmeno seconda, ma terza : nel 1279 il notaio Ugolino Scarpa, in un legato, indicava,tra i beni lasciati in eredità dal suo cliente Ponzio Bastone, " bariscella una plena de macaronis", una cesta piena di maccheroni.




Sono dunque nati in Italia i maccheroni? Ragionando: se c'erano nel XIII secolo, è probabile che ci fossero anche prima. Della pasta ne sapevano qualcosa gli Etruschi: nella tomba della "Grotta Bella", a Cerveteri (IV sec.a.C.) c'è la raffigurazione dell' interno di una casa, con tutto ciò che serve per preparare la pasta: il matterello, la spianatoia, la rotella per tagliarla. 
Se andiamo un po' più avanti nel tempo, pur rimanendo un po' più indietro rispetto ad oggi,troviamo la làgana, una schiacciata di farina considerata la progenitrice della lasagna. Cicerone e Orazio se ne cibavano con piacere ed essendo gli antichi romani gli antenati degli italiani, si potrebbe concludere che la pasta è nata qua.Un altro romano, meno antico (200 d.C.)e meno famoso, tal Apicio,ci ha tramandato un timballo fatto con la suddetta làgana. 







Verso l'anno 1000 vengono alla ribalta i siciliani di Trabìa, vicino a Palermo. Là si faceva un tipo di pasta lavorata in forma di filamenti, che avevano il nome arabo di "itriyah". Questo nome è rimasto, e non solo lui, visto che ancora oggi i palermitani mangiano i "vermicelli di Tria". Dopo i cinesi e gli italiani, ecco che come inventori della pasta spuntano quindi gli arabi, un popolo che ha fatto invenzioni che contano, a cominciare dai numeri. 
Che li avessero inventati loro o glieli avessero portati a domicilio gli arabi, i siciliani furono comunque, fino al Medioevo, dei formidabili mangiatori di pasta, tanto da meritarsi l'appellativo di "mangiamaccarruna". Lo testimonia l'agiografia, la vita dei santi.
Il beato Guglielmo Eremita, siciliano,venne invitato a pranzo nella casa di un signorotto locale. Costui, per farsene beffe, gli fece servire un piatto di maccarones - riferisce il cronista dell'epoca - ripieni di fango, anzichè di ricotta. Il beato Guglielmo non fece una piega: benedisse il cibo e cominciò a mangiare. Miracolo! Il fango si mutò all'istante in ricotta, per lo scorno del suo maleducatissimo ospite.
Sulla veridicità di questa storia non tutti ci metterebbero la mano sul fuoco, ma grazie ad essa sappiamo che prima del 1247, anno di morte del beato Guglielmo, i "maccaroni" facevano parte del menu isolano.




Per mettere fine alla querelle che coinvolge, in qualità di inventori della pasta, i cinesi, gli arabi e gli italiani, ecco un'ipotesi antropologica, o forse semplicemente logica che fa contenti, o scontenti, tutti. Secondo questa teoria, la pasta non l'avrebbe inventata nessuno. Sarebbe nata, come dire, da sola, in modo naturale. Il frumento è noto all'uomo da più di diecimila anni, e la farina, che deriva dallo schiacciamento dei chicchi di frumento, è quasi altrettanto antica. Impastandola semplicemente con acqua, venivano fuori delle foccaccine sottili, magari non belle a vedersi, ma nutrienti, una volta cotte su pietre calde. Da qui a far bollire in acqua questo impasto il passo è breve: nel senso che dalle focacce cotte e la "pasta" cotta in acqua passano solo settemila anni. Un'inezia quando si parla di quei periodi là.

Scava scava si sarebbe trovata dunque un'origine comune per la pasta, questo alimento che ci accomuna tutti. Ma scavare può essere fonte di nuove sorprese. Se scavassimo una galleria giusto sotto i nostri piedi, raggiungeremmo la Cina, che è situata ai nostri antipodi. Viceversa, se il tunnel lo scavassero loro, giungerebbero da noi. I cinesi hanno effettivamente scavato, ma a soli pochi metri di profondità si sono imbattuti in un villaggio del neolitico. Da alcuni elementi gli archeologi hanno dedotto che il villaggio era stato distrutto da un cataclisma. Tra gli oggetti di uso quotidiano ritrovati, c'era una specie di piatto capovolto. Rigirandolo, vennero rinvenuti dei filamenti fatti con un impasto d'acqua e farina. Non di grano duro, ma di miglio, di color giallo paglierino, lunghi anche mezzo metro. Dei veri e propri spaghetti. Le analisi col carbonio 14 hanno dimostrato che questo piatto di pasta ha circa 4000 anni.
Il Dragone cinese colpisce ancora, e duro. Gol, e palla al centro. Ma non finisce qui. La partita continua..." 



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