domenica 16 febbraio 2014

Il cibo degli dei


Secondo la nostra cultura mediterranea il cibo degli  dei era l' ambrosia, che li rendeva immortali. Non sappiamo cosa in realtà fosse questo nettare particolare.
Presso i maya, invece, era il cioccolato che veniva chiamato kakaw uhanal, ovvero "cibo degli Dei", e il suo consumo era riservato solo ad alcune classi della popolazione (sovrani, nobili e guerrieri).
Qualcuno fa derivare la parola cacao dal nome del dio Azteco Quetzalcoàtl, che secondo la leggenda donò ai mortali il seme del cacao per farne una bevanda amara, energetica e afrodisiaca.

Lo xocoatl aveva l'effetto di alleviare la sensazione di fatica, effetto probabilmente dovuto alla teobromina in esso contenuta.
 Esso era un articolo di lusso in tutta l'America centrale pre-colombiana; i semi di cacao erano usati come moneta di scambio, di conto e anche come unità di misura: nel tesoro dell'imperatore Motecuhzoma (più noto con il nome storpiato di Montezuma) se ne poterono trovare quasi un miliardo.

La pianta del cacao ha origini antichissime e, secondo precise ricerche botaniche si presume che fosse presente più di 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni e nell'Orinoco. I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya solo intorno al 1000 a.C.
Le terre che si estendono fra la penisola dello Yucatàn, il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala furono quindi le prime a vedere l'inizio della storia del cacao, e insieme ad esso del cioccolato. La leggenda dice che la coltura del cacao fu sviluppata dal terzo re Maya: Hunahpu. Un'altra leggenda, questa volta azteca, dice che in tempi remoti una principessa fu lasciata, dal suo sposo partito in guerra, a guardia di un immenso tesoro; quando arrivarono i nemici la principessa si rifiutò di rivelare il nascondiglio di tale tesoro e fu per questo uccisa; dal suo sangue nacque la pianta del cacao, i cui semi sono così amari come la sofferenza, ma allo stesso tempo forti ed eccitanti come le virtù di quella ragazza.

Nel 1502 avvenne il contatto del cacao con la civiltà europea: Cristoforo Colombo durante il suo quarto e ultimo viaggio in America sbarcò in Honduras dove ebbe l'occasione di assaggiare una bevanda a base di cacao; al ritorno, portò con sé alcuni semi di cacao da mostrare a Ferdinando ed Isabella di Spagna, ma non diede alcuna importanza alla scoperta, probabilmente non particolarmente colpito dal gusto amaro della bevanda.


Solo con Hernàn Cortéz si ha l'introduzione del cacao in Europa in maniera più diffusa, era il 1519. Egli arrivò nel Nuovo Mondo proveniente dalla Spagna e la popolazione locale lo scambiò per il Dio Quetzalcoàtl, che secondo la leggenda sarebbe dovuto tornare proprio in quell'anno. L'imperatore Montezuma, allora, lo accolse a braccia aperte e gli offrì un'intera piantagione di cacao coi relativi proventi. Nel 1528 Cortéz portò in Spagna alcuni semi di cacao, recandoli in dono a Carlo V.
Da lì un po' alla volta l'uso del cacao e del cioccolato divenne abituale in tutta l'Europa e oggi molte nazioni si contendono il primato nell'arte cioccolatiera.


Alcuni studi sembrano confermare che il consumo frequente di cioccolato possa condurre ad una particolare forma di dipendenza detta, per analogia con l'alcolismo, cioccolismo.Altri studi dimostrano come l'assunzione di cioccolato stimoli il rilascio di endorfine, in grado di aumentare il buon umore.
Insomma pare che il cioccolato sia una delle poche cose buone che non facciano male alla salute. Naturalmente sempre preso in dosi non esagerate.
































































































































1 commento:

  1. Io ritengo che la cioccolata Feletti in tavolette sia una delle cose più buone che esisono al mondo. E' degna davvero di essere considerata il cibo degli dei!
    Non per screditare le altre, naturalmente. Anche certe cioccolate svizzere sono un incanto.

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