sabato 28 dicembre 2013

Blue Jasmine







Per filo e per segno
                                                 



                          BLUE JASMINE







                          

                             Recensione

Ed eccoci finalmente dopo i deludenti To Rome with love e Midnigth in Paris ad un Woody Allen doc, intenso, che con feroce tenerezza rappresenta lo sconvolgente viaggio nella nevrosi di una donna.








Geniale, sofisticato il regista, usa la cinepresa come un altro interprete con il quale nei suoi monologhi pericolosamente border line parla e si confida la splendida, straziante Cate Blanchett…. Una regia profonda inquadra il viso e gli occhi fin quasi ad entrare dentro l’anima di Jasmine, la ricca signora in Chanel e Vuitton, coinvolta nel crack del marito e costretta, ormai povera, a vivere nei sobborghi di san Francisco, con la sorella sciatta e malconciata Ginger (Sally Hawkins) e il suo convivente Chili.







All’inizio abbondano i toni soffici della classica commedia all’americana con l’elegantissima Jasmine (che poi sarebbe Jeannette), vittime entrambe dello stesso uomo, marito di Jasmine,( Alec Baldwin) che ha perso con investimenti azzardati tutto quello che le due donne avevano, riducendole al limite della povertà.












E i toni morbidi iniziali lentamente si trasformano in aghi sottili e tormentosi che penetrano nella pelle….Tanto che Jasmine è costretta a cercare un modo di sopravvivere: accetta lavori da commessa o assistente di un medico da cui fugge e infine l’incontro con un uomo ricco che la potrebbe mantenere.




Ogni esperienza, però, si trasforma in un insuccesso mentre nello stesso tempo lentamente riemerge il suo desiderio di vivere e di combattere.

Il film ritrae la realtà attualissima della upper class, in cui ognuno interpreta un egoismo allo stato puro, con una Blanchett che tratteggia un personaggio del tutto incapace di vedere i bisogni degli altri o di sentire una partecipazione emotiva anche soltanto umana.







Che dire della colonna sonora??? Il leit motiv del coinvolgente Blue moon sottolinea il contrasto emblematico tra il conforto che la musica ( ecco di nuovo il tocco di Allen) potrebbe portare e la disperata solitudine di Jasmine.
La fotografia è, come al solito, parte integrante del racconto…






Ma soprattutto è l’interpretazione della Blanchett, doppiata da una straordinaria Emanuela Rossi, a colpire e stregare lo spettatore.




Una sicura ipoteca per l’Oscar 2014 per la bravissima attrice.




                                      Paola                        



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